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(1) Felis silvestris - S.Vaccher ©

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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HOMEPAGE DELLA Z.P.S. MAGREDI DI PORDENONE
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IL PIANO DI GESTIONE
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LA FLORA DEI MAGREDI DI PORDENONE
LA FAUNA DEI MAGREDI DI PORDENONE
IL PROCESSO PARTECIPATIVO

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I MAMMIFERI

I mammiferi sono un gruppo di vertebrati molto eterogeneo dal punto di vista ecologico. Essi comprendono animali molto mobili come pipistrelli, ungulati e i grandi e medi carnivori accanto a entità particolarmente legate ad un determinato habitat o dalle ridotte capacità di dispersione, come possono essere alcuni soricomorfi (topiragno, crocidure e talpe) e alcuni roditori. L’ambiente dei magredi in senso più stretto è invece frequentato da occasionali incursori come ad esempio il cinghiale e più spesso dalle specie che tipicamente scelgono di vivere presso questo habitat. In tal senso il caso più emblematico è forse quello della lepre per la quale le praterie magredili costituiscono uno dei biotopi d’eccellenza. Molte specie si attestano più frequentemente nella fascia esterna ai greti ed ai magredi, dove inizia a comparire una cotica erbosa continua frammista a siepi e piccoli boschetti. Fra queste il capriolo costituisce una delle specie con tendenza all’espansione. Altre ancora come la volpe risultano ubiquitarie o sinantropiche e diventano molto frequenti nelle aree coltivate o presso le abitazioni. In presenza di attività agricole alcune di esse formano addirittura popolazioni abbondanti (ratti ed arvicole).
Le aree più fresche come le risorgive o le fasce boscate attorno alla torbiera di Sequals sono caratterizzate da una maggiore presenza di biomassa vegetale ed ospitano diversi mammiferi più o meno legati all’ambiente umido.
Fra i più piccoli e frequenti alcune specie terrestri come i toporagno od il riccio oppure arboricoli come lo scoiattolo. In questi ambienti tra i carnivori, degni di nota sono il tasso, la donnola e la puzzola. Pure qui, nell’ambito degli ungulati, si evidenzia il già citato capriolo: una specie che ama frequentare aree semiaperte con dotazione di fasce con buona copertura boschiva o arbustiva in cui rifugiarsi. Da segnalare infine anche la presenza di specie non comuni per la pianura come il gatto selvatico.

Fra i numerosi mammiferi presenti nella ZPS, l’unica specie indicata nel formulario standard (la scheda ufficiale che descrive il sito Natura 2000) e che risulta tutelata a livello europeo è l’Orecchione alpino (Plecotus macrobullaris). Si tratta di un pipistrello di nuova descrizione di cui non si conoscono ancora dati distributivi utili a definirne con precisone l'areale. I pochi dati a disposizione indicherebbero un uso dell'habitat analogo a quello del simile Plecotus auritus; probabilmente, è da considerarsi specie sedentaria. L’ibernazione avviene in cavità sotterranee naturali o artificiali e spesso in cavi d'albero. In primavera ed estate, negli habitat sinantropici sfrutta soffitte, cantine o cave, mentre in campagna utilizza cavità di alberi e rocce. Forma colonie riproduttive di dimensioni simili a P.auritus composte da 10-30 femmine adulte. I parti si hanno in giugno-luglio. Sino ad ora è stato possibile accertare un unico piccolo per parto. La dieta è sconosciuta, ma si presume vicina a quella di P. auritus costituita prevalentemente da Lepidotteri.

Plecotus macrobullaris

Orecchione alpino

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