LE “STEPPE” FRIULANE” I magredi sono definiti dai botanici come steppe edafiche, cioè condizionate, più che dal clima (qui estremamente piovoso) dalle caratteristiche del suolo particolarmente permeabile e quindi arido. Un tempo non troppo lontano, i magredi friulani si estendevano in grandioso semicerchio pedemontano a partire dal piede delle vallate del Natisone fino ai pressi dei greti del Meduna e del Cellina, ove oggi rimangono circoscritti su pochi lembi di prateria primigenia. Tali relitti, per estensione ed importanza, tuttavia costituiscono gli esempi di prati stabili di pianura più rilevanti e vasti dell’intera area padano-veneta-friulana. I MAGREDI: UN IMPORTANTE CORRIDOIO ECOLOGICO Da un punto di vista ecologico i magredi svolgono anche un ruolo di collegamento fondamentale per la fauna e la flora selvatica presenti nella pianura pordenonese. A nord infatti la ZPS si sviluppa abbracciando i boschi ed i prati delle aree collinari, mentre verso sud, all’interno dei confini del sito, i magredi vengono rapidamente sostituiti dalla ricca e lussureggiante vegetazione delle risorgive. A partire da qui, questa vegetazione, attraverso i canali e le rogge si connette con quella riparia che si sviluppa seguendo il corso dei fiumi oppure, in modo ancora più capillare e ramificato, con la vegetazione umida dei fossi e delle siepi presenti nelle vicine campagne. È per questo che il sistema colli-magredi-risorgive, nelle aree planiziali della provincia pordenonese costituisce uno degli assi portanti della Rete ecologica “Natura 2000” in Friuli Venezia Giulia. Questa rete consente la conservazione e la redistribuzione della biodiversità nei vari distretti delle nostre campagne, contribuendo a mantenere vivo l’equilibrio di tutto l’agroecosistema circostante. |