Dopo gli interventi di sfalcio, decespugliamento, disboscamento ed eventuale aratura degli incolti, occorre procedere con le semine e il trapianto di specie autoctone coltivate presso i vivai ex situ (cioè esterni) appositamente allestiti allo scopo. Tali interventi debbono quindi essere preceduti dalla raccolta di materiale di propagazione (fiorume, semi, infruttescenze) presso i prati magri meglio conservati e più ricchi di specie rare ed autoctone.
Il materiale di propagazione raccolto corrisponderà a due tipologie principali:
a) sementi e fiorume raccolti direttamente presso gli habitat del medesimo tipo di quelli da ricostituire;
b) giovani piantine coltivate nel vivaio regionale.
Le operazioni di raccolta debbono essere effettuate lungo l'intera durata del progetto, dall'epoca tardo primaverile a quella tardo estiva, data la necessità di reperire il seme in momenti e località diverse, anche al fine di non depauperare gli stock locali.
Le sementi commerciali disponibili sul mercato non offrono infatti specie attribuibili alle associazioni vegetazionali naturali, se non a costi insostenibili su grande scala. È quindi indispensabile procurare direttamente in zona il materiale riproduttivo. Il materiale raccolto sul posto garantisce il mantenimento degli ecotipi locali e quindi il carattere genetico specifico delle comunità vegetali interessate dal progetto.
L'attività, in sintesi, può essere così riassunta:
COLTIVAZIONE IN VIVAIO E TRAPIANTO
Questa azione prevede l'utilizzo di strutture già predisposte dalla Regione presso l'azienda Volpares a Palazzolo dello Stella (UD) per la produzione di piantine in contenitore al fine di completare il ripristino dei terreni agricoli incolti. L'azione comprende alcune spese e migliorie infrastrutturali (la realizzazione di una platea in calcestruzzo, l'acquisto dei bancali, la sostituzione della copertura usurata, l'acquisizione di un sistema di nebulizzazione ecc).
Nel vivaio si svolgono tutte le operazioni successive alla raccolta ed essiccazione delle sementi: conservazione, semina, ripicchettatura, cure colturali delle specie di interesse comunitario (Crambe tataria, Brassica glabrescens e Gladiolus palustris), oltre che della altre specie di maggior rilievo naturalistico (rare, endemiche), o di quelle che maggiormente caratterizzano le tipologie vegetazionali locali (es.: Chrysopogon gryllus, Bromus condensatus, Stipa eriocaulis).