RISULTATI DEL PROGETTO

RIPRISTINO DI MAGREDI A PARTIRE DA TERRENI AGRICOLI ED EX COLTIVI

Attraverso questa azione sono stati ripristinati 203 ettari di aree agricole ed incolti abbandonati presenti all'interno del Demani idrico regionale militare
In particolare sono stati recuperati 6 ettari nella ZSC Valle del medio Tagliamento, 101 ettari nella ZSC/ZPS Magredi del Cellina/Magredi di Pordenone, 12 ettari nella ZSC Confluenza fiumi Torre e Natisone, 84 ettari nella ZSC Greto del Tagliamento

Situazione dei terreni incolti presso il dandolo prima e dopo gli interventi

Situazione dei terreni incolti presso il dandolo prima e dopo gli interventi

 ...continua

Il prato stabile magredile ripristinato a partire da incolto presso la Confluenza dei Fiumi Torre e Natisone

Il prato stabile magredile ripristinato a partire da incolto presso la Confluenza dei Fiumi Torre e Natisone

I primi lavori sono iniziati nella primavera 2012 su un incolto abbandonato di circa 100 ettari, all'interno del Poligono del Dandolo di Maniago, per la gestione del quale erano stati precedentemente presi degli accordi fra Regione e Ministero della Difesa. All'epoca, tali superfici apparivano interessate in massima parte dalla presenza e proliferazione della vegetazione ruderale e nitrofila.
Alcune superfici risultavano ampiamente ricoperte da rovi e in avanzato stato d'incespugliamento. In questa area si è scelto di operare unicamente attraverso il taglio ripetuto e l'asporto di tutta la biomassa ricavata. Il processo di ricolonizzazione delle specie native non si è fatto attendere in quanto favorito dalla presenza di magredi di buonissima qualità tutt'attorno. Dove necessario, la presenza delle specie magredili è stata rinforzata mediante trasemine di fiorume proveniente dai prati stabili circostanti.
Un altro sito, in cui l'azione di recupero da ex coltivi ha assunto un ruolo di primo piano, è la ZSC Greto del Tagliamento. Qui sono stati ripristinati circa 84 ettari adiacenti alle aree golenali, su terreni posti all'interno di superfici potenzialmente esondabili, nei comuni di Spilimbergo, Pinzano al Tagliamento e Dignano.
Da un punto di vista ambientale, la coltivazione intensiva delle aree fluviali non risulta molto sostenibile. Tale modalità colturale, infatti, necessita di elevate concimazioni azotate, diserbanti ed ingenti quantitativi d'acqua per l'irrigazione estiva. Su suoli fortemente permeabili ed incapaci di trattenere i nitrati e pesticidi in superficie, le sostanze chimiche più solubili permeano con facilità nella falda freatica sottostante. Nel caso specifico, i rischi d'inquinamento aumentano perché i terreni si trovano all'interno di un'area esondabile costituita da suoli ghiaiosi in stretta connessione con il greto fluviale.
Il ricorso a questa azione da un punto di vista ambientale ed amministrativo ha comportato un guadagno netto di superficie semi-naturale su aree demaniali prima coltivate all'interno di un'area naturale protetta, in cui prevale l'interesse pubblico. Bisogna anche considerare che alcuni ex coltivi, su cui si è deciso di intervenire, erano diventati un ricettacolo di specie infestanti le cui sementi, oltre a disperdersi negli ambienti contermini, si erano accumulate nel terreno sottostante costituendo nel tempo
una minaccia da tenere sotto controllo.
Gli interventi di ripristino si sono avvalsi di tecniche agronomiche molto impegnative come: false semine, , diserbo meccanico, semina di colture foraggere preparatorie fortemente nitrofile ed utili a riequilibrare il suolo fortemente alterato dall'uso di concimi, diserbanti e fitofarmaci e ad allontanare gran parte dei nutrienti in eccesso presenti nel terreno tramite raccolta del fieno. A questi è seguita l'aratura, la preparazione del letto di semina e la semina di un mix di graminacee selezionate miscelate al fiorume raccolto nei magredi meglio conservati. A queste è seguita la  successiva gestione tramite sfalci.
Tale scelta, anche in questo caso, è scaturita dall'analisi della situazione di partenza. Nello specifico sono stati considerati: il contesto agronomico semplificato, la rilevante presenza di nutrienti nel terreno, l'assenza totale delle specie magredili e l'affermazione di quelle ruderali. Fra tutte le azioni di recupero svolte, quelle di ripristino da ex incolti è quella che richiede un maggior tempo per l'assestamento, perché l'ingente quantitativo di sostanza organica, concimi minerali, pesticidi, ammendanti e fitofarmaci apportati dalle coltivazioni precedenti, seguito dall'affermazione di specie infestanti, hanno profondamente modificato l?originaria natura dei suoli magredili. Pertanto, il recupero di queste superfici appare più lento che altrove, essendo la natura stessa dei prati magri intimamente legata a quella del terreno. Il ripristino di tali superfici dipende solo in parte dall'applicazione di una corretta tecnica di esecuzione degli interventi. Diviene, invece, più importante garantire nel lungo periodo la costanza delle stesse operazioni al fine di ottenere un progressivo e continuo impoverimento dei nutrienti presenti nel suolo attraverso: 1. la completa sospensione della concimazione minerale ed organica; 2. la lotta alle specie ruderali infestanti mediante sfalcio; 3. l?allontanamento della biomassa.

 

Raccolta di loiessa a Spilimbergo. La semina di una graminacea prima della conversione definitiva in prato magro è una tecnica utilizzata e per valutare la capacità di controllo sulle specie ruderali ed infestanti

Raccolta di loiessa a Spilimbergo. La semina di una graminacea prima della conversione definitiva in prato magro è una tecnica utilizzata e per valutare la capacità di controllo sulle specie ruderali ed infestanti

STATO DI AVANZAMENTO DEL PROGETTO

Stato di avanzamento dei lavori dell'azione C3 (Giugno 2019)

Stato di avanzamento dei lavori dell'azione C3 (Giugno 2019)

Il grafico mostra le superfici ripristinate a magredo a partire da aree agricole e incolti ripartite fra i 4 siti Natura oggetto degli interventi, al 30 giugno 2019

Il grafico mostra le superfici ripristinate a magredo a partire da aree agricole e incolti ripartite fra i 4 siti Natura oggetto degli interventi, al 30 giugno 2019

  1. INDRODUZIONE
  2. raccolta del seme
  3. ripristino incolti
  4. decespugliamento e disboscamento
  5. divulgazione
Regione FVG